Un fallo verde, con ogni probabilità utilizzato come dildo, risale, secondo gli esperti, a 4000 anni fa, potete ammirarlo al Museo dell'Antica Cultura Sessuale nei pressi di Shanghai.
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Una cesta di "olisbos" |
I primi documenti importanti risalgono al periodo della Grecia classica: gli “olisbos”, erano una imitazione del pene fatta di legno o cuoio imbottito da ungere con olio. L'olisbo serviva naturalmente per la classica masturbazione “solitaria”, ma era molto usato anche dalle donne omosessuali. Scene di donne che si trastullano con falli finti si ritrovano in molti dipinti dell'epoca.
Dai greci arriviamo poi ai i romani i quali pure usavano costruire falli impiegando vari materiali come il cuoio, l’osso e il legno. Un esempio della diffusione di questi giocattoli sessuali si può vedere tra le splendide stanze degli scavi di Pompei, che raffigurano scene anche molto “osé”, tra le quali anche donne che si masturbano con l’aiuto di “dildos” artigianali.
Successivamente all’epoca romana abbiamo testimonianze anche dall’epoca rinascimentale, dove i falli finti presero il none di “diletti”: il termine dildo deriverebbe proprio da questa parola.
L’era Vittoriana (1819-1901) segna la nascita dei primi dildos in caucciù, anche se in questo periodo i bigotti e puritani costumi dell’epoca additarono la masturbazione come una pratica scandalosa, tanto che nella parte più moralista della società nacquero e si diffusero tutte quelle leggende che indicavano la masturbazione come fonte di cecità permanente, di pazzia, cancro e addirittura di morte.
Paradossalmente è proprio in questo periodo che nacquero i primi vibratori; ne era ammesso, infatti, l’uso esclusivamente per scopi terapeutici: i vibratori venivano usati da medici e ostetriche per curare le donne malate di isteria. Il termine isteria deriva dal greco “Hustéra”, che significa utero: questo perhè nell'antica grecia si credeva che le donne isteriche fossero affette da una patologia che colpisce l’utero.
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Ippocrate di Cos |
La prima descrizione di questa malattia risale al padre della medicina, Ippocrate di Cos (460-377 a.C), che nei suoi trattati parla di una sindrome che colpisce solo le donne. La causa, secondo il medico greco, risiede nell’utero: il sangue “corrotto” che vi ristagna produce vapori e sostanze tossiche che risalgono lungo le vie digerenti diffondendosi a tutto l’organismo, cervello compreso. Per curare l’isteria la prescrizione più indicata – che si manterrà intatta fino al XIX secolo – è una manovra medica riportata per la prima volta da Oribasio di Pergamo (325-403), medico personale dell’imperatore Flavio Claudio Giuliano: la “titillatio clitoridea”. L’isterica viene posizionata a gambe divaricate e rivolte verso l’alto e il medico ne massaggia i genitali fino a farle raggiungere il “parossismo isterico”, quello che oggi chiamiamo orgasmo.
Nel 1859 una rivista scientifica americana parla di una vera e propria epidemia di isteria tra le donne: manifesta sintomi isterici una donna su quattro. Per coadiuvare i medici, costretti talvolta a praticare massaggi vaginali per ore, viene ideato (e introdotto in commercio in Francia nel 1873) il primo vibratore elettromeccanico.
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The Manipulator |
Nel 1875 arrivò la prima macchina sessuale a vapore: “The Manipulator” dove una sfera vibrava grazie all'energia prodotta da un piccolo strumento azionato dal vapore.
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Medico che usa su una donna "The Chattanooga Vibrator" |
Il primo vibratore a energia elettrica (1880) fu inventato dal dottor Joseph Mortimer Granville, il quale brevettò un vibratore elettromeccanico. Il vibratore non serviva ad altro che a massaggiare le parti interne e dare quindi sollievo agli stati isterici e risolvere i disagi psichici di molte donne, da curare procurando piacere sessuale in modo meccanico, con strumenti di ogni tipo. Il vibratore rese il compito di medici ed ostetriche più semplice e veloce, facendo anche aumentare i loro guadagni: adesso si poteva fare in soli 10 minuti quello che prima, usando solo le dita, prendeva anche un’intera ora di lavoro.
Vibration is life! |
Nel 1921, la rivista Hearst pubblicò il primo annuncio pubblicitario sui vibratori, rivolto agli uomini: comprare il prodotto poteva servire non solo a curare la propria moglie dall'isteria, ma anche a conservarla "giovane e bella". Il vibratore elettrico divenne in breve il quinto apparecchio elettrico a entrare nelle case, dopo la macchina per cucire, il ventilatore, il bollitore e il tostapane.
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Vecchio film porno |
Negli anni Trenta del ventesimo secolo apparvero però i primi filmati porno, in cui questi vibratori venivano utilizzati per dare piacere, più che per curare le donne: da quel momento in poi fu difficile, anche per i pubblicitari, continuare a vendere lo strumento come un dispositivo medicale, sebbene fosse raccomandato, già allora, da molti sessuologi.
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