Come promesso ecco il primo articolo di una serie che descriverà i vari materiali di cui può essere fatto un vibratore, seguendo un po’ anche le tappe storiche che ne hanno visto la nascita, per iniziare a districarci in questo moderno labirinto di oggettistica sessuale. Dicevamo che negli anni quaranta diffusissimi erano i vibratori in metallo e in gomma; successivamente nacquero i primi dildi in PVC, che ancora oggi sono molto diffusi.
MA COS’E’ IL PVC?
Il cloruro di polivinile, noto anche come polivinilcloruro o con la corrispondente sigla PVC, è il polimero del cloruro di vinile, è una delle materie plastiche di maggior consumo al mondo.
Puro, è un materiale rigido, ma con l’utilizzo di sostanze chiamate plastificanti, come ad esempio gli esteri dell’acido ftalico, cioè gli ftalati, può essere reso modellabile e flessibile.
Molti dei dildo venduti oggi, soprattutto quelli più economici, sono prodotti in PVC. Molti raccomandano di utilizzare i vibratori in PVC con un preservativo in lattice per evitare che gli eventuali ftalati possano venire a contatto con le mucose dell’ano o della vagina. Io comunque continuo a ricordare che l’utilizzo degli ftalati è regolato dalla Comunità Europea, al fine di renderne l’utilizzo sicuro per la nostra salute.
I prodotti in PVC non possono essere sterilizzati (cioè non reggono le alte temperature). Vanno puliti con acqua tiepida e sapone neutro, o con prodotti specifici disinfettanti.
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